Regia di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado
100 min. – Costo € 2,99
Diversi anni fa, durante la visita ad una galleria d’arte, Wim Wenders viene colpito da una foto.
Vengono ritratti alcuni uomini all’interno di una cava, intenti nel loro duro lavoro. Poi ne vede anche altre. Tra queste, la foto di una donna Tuareg cieca. Decide di acquistarle entrambe.
Questa seconda foto si staglia ancora oggi sopra la sua scrivania, l’autore delle foto è Sebastiao Salgado.
Comincia così la storia di fascino e ammirazione che porta il regista a dedicare un documentario, Il sale della terra, al fotografo brasiliano. Più che un documentario è l’immedesimarsi nelle foto, nelle immagini, ma ancor più, nello sguardo stesso di Salgado. Cosa vede Salgado quando “fissa” con ombre e luce, immagini di una bellezza straziante, capaci di giungere fino al profondo dell’umano?
Wenders traccia con curiosità viva la vicenda umana e l’opera di Salgado, indissolubilmente legate: dall’infanzia immersa nella natura brasiliana, alla maturità che coinciderà solo per un attimo con una laurea in economia ed un lavoro a Parigi per conto della banca mondiale. Sua moglie, studentessa di architettura in quel periodo, torna a casa per motivi di studio con una macchina fotografica. Ma è Salgado quello che la usa più di frequente, all’inizio per gioco, ma poi come strumento privilegiato con cui giudica e guarda il mondo.
Da economista diventa fotografo, in forza di una profonda ispirazione che lo spinge (lo chiama) a raccontare il mondo tramite immagini, a scrivere con la luce.
Comincia a viaggiare, ne fa con l’aiuto e l’incoraggiamento della moglie un lavoro, inizia ad inviare reportage, soprattutto di uomini alle prese con condizioni di vita estreme, nel sub-sahara, nelle Ande peruviane, denuncia carestie, guerre, ma descrive anche una vita quotidiana di comunità ancora beatamente ai margini dalla modernità.
Poi la svolta, a un certo punto, Salgado cambia soggetto, non più l’uomo al centro della sua attenzione, ma la natura, quella incontaminata, alla ricerca, anche questa volta, di un’ origine, di una purezza, spinto da una nostalgia che sembra muovere tutta la sua opera.
Wenders, come dimostrerà anche in altri documentari, riesce a farsi da parte, per lasciare la scena al racconto, alla verità di ciò che vede, così lontana e così vicina alla sua macchina da presa.
Si mostra la tensione verso l’essenziale che ha condiviso con il suo amico fotografo.
Ne Il Sale della Terra troviamo narrata la traiettoria di un uomo capace di guardare e di accorgersi della bellezza nascosta persino nel dolore (“Io non ho mai fotografato la miseria, ho sempre fotografato la dignità”, sostiene sollecitato da Calabresi nel 2016).
Per approfondire:
– Intervista di Mario Calabresi su La stampa (2013)
– Intervista di Fabio Gambaro su Repubblica (2014)
– Il trailer ufficiale
giovedì 27 maggio 2021, ore 21
sul canale youtube Il portico del vasaio
Introduzione al film
con Maurizio Crippa (vice direttore de Il Foglio) e
Roberto Masi (fotografo e socio fondatore Icon)
A seguire,
sulla stessa pagina Youtube sarà disponibile il link per la visione del film
Note tecniche
Per la visione dei film del ciclo occorrerà un personal computer o una smart tv collegati a internet e una carta di credito per l’eventuale pagamento del noleggio. In alcuni casi sarà necessario registrarsi alla piattaforma.
Gli altri appuntamenti in preparazione
* L’uomo che uccise don Chisciotte
* Miguel Manara