L’esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris laetitia è uno dei documenti pontifici sicuramente più discussi dai tempi dell’Humanae Vitae di Papa Paolo VI. Su questo testo, non breve, è stato detto tanto. Di tutto. Tuttavia il rischio è che non venga colto il messaggio autentico che è ben altro rispetto alle note polemiche, diffuse ampiamente sui media.
Questo “altro” è quanto si vorrà far emergere durante l’incontro che il Portico del Vasaio, insieme all’ Istituto di Scienze Religiose e alla Diocesi di Rimini, propone venerdì 9 febbraio alle ore 21,15 presso la Sala Manzoni, a lato del Duomo di Rimini (via IV Novembre, 35).
L’originalità del testo, la sua profondità teologica e pastorale, la fedeltà alla tradizione e la consapevolezza delle mutate condizioni in cui i fedeli si trovano a vivere saranno messe in risalto da tre ospiti di particolare rilevanza e significato.
Li elenchiamo di seguito.
Don Giorgio Zannoni, riminese, già docente di Diritto Canonico presso l’Istituto di Scienze religiose di Rimini ed ora presso la Facoltà Teologica Pio X di Venezia, ha pubblicato recentemente un testo che suggerisce il titolo all’incontro. Per i tipi di Marietti 1820, è stato stampato infatti “In uscita” incontro all’amore. Leggendo Amoris laetitiae.
Il dott. Silvio Cattarina, psicologo e fondatore della Cooperativa Sociale L’imprevisto di Pesaro, accoglie numerosi ragazzi per un percorso di recupero della loro umanità, dopo esperienze che hanno messo in ginocchio loro stessi e le loro famiglie.
Don Ambrogio Pisoni, assistente Ecclesiastico presso l’ Università Cattolica di Milano, è particolarmente impegnato nell’educazione delle giovani generazioni in ambito universitario, ovvero alla soglia della vita adulta.
Gli interventi saranno coordinati dal prof. Natalino Valentini, direttore dell’Istituto di Scienze Religiose di Rimini.
Don Giorgio ci ha comunicato telefonicamente queste sue preoccupazioni, che ben si prestano ad introdurre l’incontro.
“Dopo un primo confuso dibattito, su Amoris laetitia sembra esser caduto un silenzio. Tanto da poter temere che si giunga ad una situazione pastorale in cui ognuno, pastori o fedeli, possa sottometterla a quanto previamente da lui già deciso.
Ne risulterebbe svuotata l’intenzione di Francesco, altrettanto netto nel riproporre l’indissolubilità del matrimonio come nel riportare il tema alla genuina vita ecclesiale, superando ogni classificazione della vita di fede entro impersonali categorie, quale, in questo caso, quella di “conviventi”. Invece l’amore uomo-donna conduce ad integrare il fedele nella comunità, qualunque situazione affettiva si trovi a vivere. In tal senso oggi è il tempo del riproporre la novità cristiana come l’esperienza dell’umano del battezzato, personalmente aperto ad un orizzonte intero di vita”.
Un’occasione preziosa, quella di venerdì 9, per non lasciar cadere nell’oblio non solo un testo, ma un passo decisivo della vita della Chiesa, nella sua instancabile proposta affinché l’uomo possa sperimentare una piena umanità e una salvezza che è per tutti. Qualsiasi dramma e difficoltà ci si trovi a vivere.
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